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 La tutela archeologica  Una delle difficoltà incontrate a Roma nella definizione di un'efficiente   rete di metropolitane è derivata dal valore delle preesistenze   archeologiche nel sottosuolo, emergenti ogni qualvolta si procede a uno   scavo.La novità della Linea C, che avrà caratteristiche uniche proprio per l'assoluto valore   storico-monumentale e archeologico delle aree attraversate, è data dal fatto che   l'archeologia, invece di essere un ostacolo alla modernizzazione della città,   diviene al contrario una opportunità.
 A seguito di un lavoro   congiunto, svolto dai funzionari e tecnici di Roma Capitale, della   Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma e della Soprintendenza per i Beni   Architettonici ed il Paesaggio di Roma, è stato redatto un articolato Programma   delle attività riguardanti il Patrimonio Archeologico e Monumentale interessato   dalla Linea che definisce, nelle linee generali, gli interventi, le indagini da   realizzare e i relativi costi.
 La redazione del Programma, peraltro, già si avvale di una serie di campagne   di indagini archeologiche preventive, effettuate sulle aree   impegnate dalla realizzazione delle stazioni e delle opere della tratta S.   Giovanni - Alessandrino (T4 e T5), che hanno portato alla realizzazione di scavi a cielo aperto per un volume complessivo di circa 27.000 mc, e della tratta Venezia - S. Giovanni (T3), per un   volume complessivo di circa 10.000 mc. Sull'intero Tracciato   Fondamentale, poi, sono stati anche realizzati oltre 400   carotaggi con recupero della colonna stratigrafica, accompagnati dalla   lettura archeologica dei terreni attraversati.Queste indagini hanno finora   consentito l'individuazione, tra l'altro, delle fondazioni di edifici   imperiali del I secolo d.C. nell'area della stazione Colosseo, delle   probabili vestigia del Circo Variano lungo l'asse di via La   Spezia, del tracciato dell'antica via Labicana su via Casilina   Vecchia, del ritrovamento di un'antica cava, già riempita in   epoca Flavia, nell'area della stazione Pigneto, e di altri contesti di rilevanza   archeologica (impronte di capanne arcaiche, di antiche attività agrarie,   ecc.).
 Il Programma delle attività riguardanti il Patrimonio Archeologico e   Monumentale interessato dalla Linea prevede un'ulteriore serie di   scavi archeologici preventivi da realizzare in sede di elaborazione del   progetto definitivo sulle tratte Clodio/Mazzini - Venezia (T2), Alessandrino -   Giardinetti (T6A) e Torre Angela - Pantano (T7), oltre che sulla tratta Venezia   - S. Giovanni (T3), come integrazione di quelli già eseguiti, per un volume   complessivo di circa 60.000 mc. Inoltre, dopo l'esecuzione di   questi scavi preventivi sono stati individuati oltre 500.000 mc di scavo da realizzare con metodologia archeologica durante la fase   realizzativa dei lavori.Nell'ambito dello stesso Programma, sono stati inoltre concordati interventi di restauro, connessi alle opere di   salvaguardia e consolidamento, per otto edifici di particolare   rilevanza storico-monumentale presenti nel Centro Storico lungo il tracciato   della Linea: S. Maria in Vallicella (Chiesa Nuova), S. Andrea della Valle,   Palazzo Massimo, Palazzo Venezia, Palazzo Altieri, Palazzo Grazioli, Palazzo   della Cancelleria e Palazzo Doria-Pamphili.
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 La tutela ambientale         Il Tracciato Fondamentale della Linea C si sviluppa per 17,6 km in   sotterraneo, a una quota media di circa 25-30 m dal piano   campagna utilizzando collaudate tecnologie di scavo che assicurano, dal   punto di vista statico, un rischio molto basso sia per gli   edifici sovrastanti che per le preesistenze archeologiche. Tale percorso in   sotterraneo inoltre permette di limitare l'impatto dei cantieri sulla superficie - e quindi sul traffico cittadino - quasi esclusivamente ai siti delle stazioni, che richiedono procedure realizzative che   interferiscono con il piano stradale.I restanti 7,9 km sono   all'aperto e si sviluppano sulla sede ferroviaria della Roma-Pantano,   dove i lavori di trasformazione e adeguamento sono in fase di ultimazione.
 Il primo obiettivo della progettazione è stato quello di suddividere i cantieri delle lavorazioni in modo da garantire   spazi funzionali distinti per le differenti attività da svolgere (cantiere   operativo, logistico, temporaneo) ed indicare una razionale dislocazione dei   percorsi; sono stati poi individuati gli accessi ai cantieri stessi, il sistema della mobilità provvisoria per il territorio   circostante e l'accessibilità pedonale sufficientemente ampia   da garantire sempre la percorrenza anche dei mezzi di soccorso. •l'adozione di cantieri a "fasi" per consentire al massimo   il mantenimento del traffico veicolare pubblico e privato;L'approccio   per la riduzione dell'impatto sulla città durante le fasi di lavorazione è stato   pertanto studiato avendo come obiettivo:
 •l'adozione di metodi costruttivi che consentono, anche per opere da   realizzare a cielo aperto, lavorazioni non invasive e/o sotto   copertura;
 •l'adozione di interventi preventivi per la tutela econservazione   delle alberature esistenti;
 •la messa in opera di azioni compensative con opere che   riorganizzano, mitigano e risarciscono parzialmente i disagi prodotti (opere   integrative e compensative).
 
 L'altro aspetto studiato è stato quello della tutela ambientale una volta   messa in esercizio la Linea, aspetto che, in particolare, ha riguardato la mitigazione del rumore e delle vibrazioni.   torna su 
 L'impatto acustico Il Tracciato Fondamentale della Linea C per 17,6 km è ubicato a una profondità di 25/30 m dal piano stradale, e   quindi l'impatto acustico derivante dal passaggio dei convogli   è qui praticamente assente. Le sorgenti di rumore più   pericolose sono costituite dalle apparecchiature e in particolare dai ventilatori di estrazione/immissione dell'aria in funzionamento   notturno. Per rispettare le normative vigenti in materia di impatto acustico,   sono stati inseriti adeguati silenziatori che consentiranno il   funzionamento notturno delle apparecchiature senza rumore aggiuntivo a quello   dell'ambiente esterno. Per la tratta all'aperto (la T7) di circa 7,9 km, è stata   condotta una dettagliata analisi dell'inquinamento acustico generato dalla messa in esercizio della Linea, per individuare gli interventi di   mitigazione acustica e valutare i conseguenti impatti visivi.•individuazione delle infrastrutture più esposte all'impatto acustico (i cosiddetti "recettori di Prima Classe") prospicienti la   ferrovia che sarà adeguata a metropolitana;Lo studio ha   riguardato in particolare:
 •rilievo dei livelli di rumoreprima dell'opera in punti   significativi della tratta ferroviaria, scelti in corrispondenza di alcune   sezioni tipiche;
 •rilievo dell'emissione acustica di un convoglio   ferroviario simile a quello previsto per l'esercizio metropolitano;
 •simulazione, attraverso procedimenti di calcolo, dei livelli attesi sulle facciate dei recettori più   esposti;
 •individuazione dei necessari interventi di mitigazione   acustica.
 
 Per i 7,9 km di linea all'aperto (la tratta T7) è risultato   necessario installare barriere acustiche, di altezza variabile   da zona a zona, mentre in alcuni casi si è dovuto prevedere uno schermo   acustico pressoché totale, realizzabile mediante un sistema a telai e   pannelli, per creare una sorta di "galleria" che mantiene aperta la sola sommità   per un'adeguata areazione. Sono state peraltro identificate le possibili   tipologie di barriera, curando anche requisiti estetici e di   durevolezza, oltre che acustici (pannelli fonoassorbenti trasparenti,   barriere in cemento con muri "a verde", ecc.).   torna su 
 L'impatto vibrazionale         Le analisi effettuate sui monumenti lungo il tracciato hanno   portato al risultato che l'entrata in esercizio della Linea non produrrà   su di essi danni da vibrazioni. L'analisi si è basata su dati   sperimentali acquisiti nelle zone dove è già in esercizio una linea   metropolitana. Infatti dagli anni Cinquanta, nei pressi di alcuni monumenti   (Colosseo e Arco di Costantino, per esempio), è in esercizio la Linea   B, che per le sue caratteristiche (armamento tradizionale di tipo su   ballast con forti segni di degradazione) è nelle condizioni peggiori dal   punto di vista "vibrazionale". Nonostante tali condizioni sfavorevoli, i livelli registrati sui monumenti al   passaggio dei treni risultano molto inferiori a quelli che possono   provocare danni agli edifici. Si è riscontrato che livelli di   inquinamento vibrazionale dovuti ad altre cause (traffico veicolare,   tramvia) risultano essere molto elevati e in alcuni casi superiori a quelli provocati dal passaggio dei treni della   Linea B. Ugualmente a piazzale Appio, dove la Linea A (in esercizio   dal 1980) sottopassa le Mura Aureliane a una profondità di circa 20   m: l'armamento è della stessa tipologia di quello della Linea B   (armamento su ballast). Anche in questo caso i livelli di vibrazione registrati   sulle Mura Aureliane al passaggio dei treni risultano molto   inferiori a quelli che possono provocare danni agli edifici. Dai dati sperimentali acquisiti si sono potute effettuare le simulazioni di previsione per la Linea C, che   si svilupperà in sotterraneo a una distanza variabile tra i 20 e i 30   metri dai monumenti, e in terreni prevalentemente limo-argillosi.   Queste caratteristiche produrranno un notevole effetto di attenuazione   delle vibrazioni. Inoltre per la nuova Linea è stato adottato un   tipo di armamento a "massa flottante" con doppio taglio delle   vibrazioni. I risultati degli studi effettuati, partendo dai dati sperimentali, escludono qualsiasi ipotesi di danno ai monumenti per effetto   delle vibrazioni indotte dal passaggio dei convogli.
 Sulla tratta T7, che corre in superficie, è stata condotta un'analisi sulla   mitigazione dell'impatto vibrazionale tenendo in considerazione principalmente   la riduzione dei disturbi ai cittadini per effetto del   passaggio dei convogli.Si è effettuato uno studio sulla trasmissione delle   vibrazioni ai fabbricati prospicienti la tratta, poiché in questo caso, rispetto   ad una linea profonda, non si hanno significativi effetti di smorzamento delle   vibrazioni. Nel progetto si è individuata una fascia critica di 15   metri di distanza, tra sorgente delle vibrazioni e fabbricati, entro la   quale adottare un armamento su "ballast" con interposto un materassino   antivibrante per il taglio delle vibrazioni stesse.
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